VISTO DA NOI/prosa – “Come tu mi vuoi” con Lucia Lavia

di FRANCESCO BETTIN     L’Ignota e il suo sdoppiarsi: Elma o Cia è la giovane donna? Dubbio che rimane…

 

Fortunatamente capita di assistere andando a teatro a spettacoli prettamente teatrali, e si scusi il gioco di parole. Sembra scontato e non lo è affatto, perchè nel marasma totale delle produzioni (che, intendiamoci, va benissimo ci siano perchè fan lavorare molti artisti) capita allo stesso modo di imbattersi in spettacoli dove il rigore scenico, le interpretazioni, la regia scivolano di mano e compiono ribaltoni tali da non far assomigliare per nulla quello che va in scena al teatro. Uno spettacolo, insisto, prettamente teatrale, ovvero con tutti i crismi e la giusta tensione drammaturgica, scenica, interpretativa è “Come tu mi vuoi”, di Luigi Pirandello, visto al teatro Comunale “G.Verdi” di Lonigo (Vicenza) qualche giorno fa nell’ambito della stagione teatrale, con interprete protagonista la splendida Lucia Lavia, ancora una volta (che bella conferma) in piena forma. La regia era di Luca De Fusco. Lavia è L’Ignota che sconquassa e disarciona col suo essere ambigua sia il primo che il secondo atto, qui riuniti in uno unico, due case e due ambienti diversi: nel primo, berlinese, è (o pare, come nel miglior stile pirandelliano) la ballerina Elma, che vive assieme all’amante Carl Salter e alla di lui figlia (e amante stessa di Elma) Map, in una specie di triangolo passionale sullo sfondo di una Germania altera, glaciale. Nel secondo atto, l’Ignota, sempre più tale, è invece Cia, riconosciuta così e portata già da Berlino nella sua casa italiana, e moglie di tal Bruno Pieri in quella campagna friulana. Ma chi è realmente la donna? Elma o Cia? Entrambe, nessuna? Pirandello, come in molti altri suoi testi, e nel suo teatro in generale, esplora con meticolosità l’animo umano rendendolo fragile di fatto, e di fronte a ciò che accade e va sviluppandosi nelle storie. E’ un teatro corposo, intriso di grande profondità che non lascia scampo a leggerezze, ed è il teatro che va approfondito di volta in volta. Un tema complesso, come spesso nei testi pirandelliani, con risvolti infiniti su chi siamo e chi forse no. Si rimane fino alla fine così sbigottiti, sorpresi, su chi delle due donne è quella in scena, che confusamente annichilisce anche i suoi interlocutori, grazie a speciali ma allo stesso tempo puri effetti voluti dal regista Luca De Fusco, video in diretta, telecamere, un tulle nero a ribaltare, accentuare situazioni…Detto così sembrerebbe uno spettacolo dove il modernismo intacca ma invece è tutt’altro, è teatro vero, con una grandissima interprete, un ottimo cast, un’ottima regia. Con Lucia Lavia che si divide magnificamente tra le due donne, intrisa di sensualità e di malinconia accentuate, così vera e perfettamente ambigua nel suo sdoppiarsi. Eccola, l’Ignota, ecco la donna che non sa o non vuole sapere di essere. Naturalmente non poteva che essere, giustamente, un trionfo, un acclamare la giovane Lavia e tutto il suo gruppo. Un grande successo, quello di “Come tu mi vuoi”, che come è logico fa solo benissimo al teatro italiano.

 

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