ARTE – Roberto Gianinetti

Roberto Gianinetti: L’artista tra carne, arte e fantasia

 

Roberto Gianinetti prima di immergersi nell’arte, si laurea in veterinaria che praticherà per parecchi anni. Questa fase della sua via, può sembrare non attinente con il suo essere artista (si diploma in seguito all’Accademia di Brera), credo, invece, che la sua attenzione al “linguaggio” degli animali abbia accentuato in lui alcuni strumenti di interpretazione di un metalinguaggio trasversale, fornendogli una capacità interpretativa ed espressiva che si avvale di “mappature” di significato. A conferma di quanto sostenuto, cito alcune parole dello stesso Gianinetti, intervistato da Maria Gioia Tavoni: “… mi ha insegnato molto: relazionarmi con gli animali, osservando prima di tutto i loro atteggiamenti. La semeiotica: i segnali che un cane o un gatto mettono in mostra per indicare qualcosa di loro (benessere, paura, diffidenza, malattia, ecc.)”. Per il suo lavoro, adopera la xilografia e la rilievografia usando matrici in legno e altri materiali sperimentali: “Utilizzo ciò che è disponibile intorno a me: pezzi di legno su cui traccio dei segni, li incido, li inchiostro con un rullo e li stampo sotto il torchio … penso di aver inciso e stampato alcuni chilometri di carta: in folio e sotto forma di libri d’artista, poi di tessuti”. Ecco ancora l’apporto pratico del suo essere stato medico veterinario che diventa manifesto nella padronanza del mezzo e nella capacità di “vedere”, uno strato sotto l’altro, ciò che occorre identificare e su cosa è necessario intervenire: lì un organo sofferente, qui una urgenza interiore da esprimere. Il tutto avviene attraverso un intervento chirurgico di taglio e intaglio. Gli strati della pelle, della carne, dei muscoli si interfacciano con i vari strati della mente. Forse, prima ancora di una immagine da disegnare, da intagliare e da stampare, per Roberto Gianinetti esistono i “segni” del vivere, non subito identificabili in una iconografia da tutti fruibile. Sono semplici indicatori di un percorso appena accennato che l’artista deve seguire per giungere ad un compimento d’opera che ha contenuti emozionali appartenenti alle profondità del nostro essere animali, e al contempo concettualmente elaborati in modo “raffinato”. Il tutto in una dinamica di “cura” del corpo e dell’anima e per una buona interazione con la realtà. Il vivere quotidiano che si esalta nel fantastico possibile, sempre passando attraverso un “fuoco” per giungere a un equilibrio delle forme e di vita. Un equilibrio estetico e di vita che Gianinetti credo abbia interiorizzato “Camminando per le strade di Kyoto, visitando musei e monasteri …”, assorbendo la raffinatezza dell’arte giapponese. Timbri e pennelli che segnano come tagli. L’artista ha camminato in molti luoghi del mondo, percorrendo strade e immagazzinando insegnamenti che ha reso fatto artistico in quella mappatura di cui ho accennato all’inizio di questo scritto. Ha camminato e cammina le strade del mondo: le osserva. Alcune di queste immagini, più o meno casuali, le trasforma artisticamente, elaborando opere che, una dopo l’altra, formano strade da percorrere con la mente. Lunghissime strade: “Penso di aver inciso e stampato alcuni chilometri di carta: in folio e sotto forma di libri d’artista, poi di tessuti. … Seguo un suggerimento interiore: da un’idea indistinta, primordiale, ma ben determinata, procedo passo passo, lentamente, per districare il groviglio indefinito di sensazioni. Questa esasperata lentezza: disegni, riporto sulle matrici, incisioni, preparazione dei colori, stampa, mi permette lo sviluppo e il completamento della confusa intuizione iniziale. Si tratta di passaggi: da un’idea alla successiva, seguendo un percorso di continuità intervallato da scatti e salti mentali”. Il lavoro di Gianinetti, si fonde con la verbovisualità, con la singlossia. Ogni immagine all’interno delle sue opere è a sé stante, ma correlata alle altre da uno spazio “contenente” e portatore di senso, che spesso e senso del “sociale”, della integrazione. Ogni parola segnata, assume un particolare significato in funzione dell’uso del carattere, del colore e della dimensione con cui è scritta. Ecco che i salti di percorso, la stratificazione delle immagini, la loro scelta compiuta in territori anche distanti fra di loro e lo smembramento delle stesse , trova un suo senso compiuto finale altamente simbolico. Roberto Gianinetti è un artista che segna e insegna percorsi di anime e di carne, attraverso opere, contaminate dice lui, di grande pregio estetico. Roberto Gianinetti è nato a Vercelli nel 1957. Ha esposto in Italia e all’estero: Danimarca, Polonia, Spagna, Cile, Corea del Sud, Lituania, Germania, Romania, Serbia, Ucraina, Russia, Finlandia, Svizzera, Brasile, Canada, USA, Austria, Cina, Australia, Portogallo, Bulgaria; chi volesse ulteriori notizie può trovarle sul suo sito:  www.robertogianinetti.it

Gianni Maria Tessari

sopra, “Caos & Climax” xilografie, 78 x 108 cm, ed. 7, anno 2011, stampa a torchio manuale; omaggio a Charles Mingus- qui sotto, Intertext, libro d’artista, xilografie, rilievografie, timbri, collage, 50 x 35 cm (hxbase), 12 pagine, anno 2020 ed. 4

sotto, “String” xilografie, 70 x 70 cm, unico, anno 2011, stampa a torchio manuale; omaggio a Emilio Vedova e “Passion of a Man” xilografie, 70 x 70 cm, unico, anno 2011, stampa a torchio manuale; omaggio a Emilio Vedova

 

 

 

 

 

 

 

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