Giuseppe Conte riporta Dante sulla Terra, “inviato” dal Padreterno, “distratto” da Grace e dalla modernità
E’ uscito da pochi giorni per Giunti Editore – Collana Scrittori Giunti, “Dante in love” (Pagg. 204 / € 17 – ebook €11,99), l’originale e gustoso libro di Giuseppe Conte, poeta e scrittore ligure, traduttore, grande viaggiatore e curioso di epoche storiche, dove troviamo protagonista una storia di fantasmi, e dove c’è nientemeno che il sommo poeta Dante Alighieri, in piena contemporaneità. Il tutto avviene nell’occasione dell’anniversario a 700 anni dalla morte del sommo poeta. “Lasciami così, Signore dell’Universo, a fianco di questa giovane straniera che dorme, per amarla come può amare un’ombra innamorata”: una frase simbolica che rende l’ambiente narrato in queste pagine, e l’originalità del romanzo. Dante è a Firenze, in qualche maniera “inviato” dal Padre eterno che lo rimette “in pista” sulla Terra, dove , seduto a fianco del Battistero certamente non si lamenta, essendo impegnato a osservare le bellezze che ne frattempo vanno avanti e indietro. Una di loro, una certa Grace, studentessa di stanza nella città toscana come moltissimi suoi coetanei, lo fa attenzionare più delle altre perchè gli par rivelare l’impressione di essersi accorta della sua presenza. Siamo alla settecentesima notte di Dante sul suolo terreno, che pare una svolta, sebben che non sembra proprio un pegno difficoltoso scendere sulla terra una volta l’anno, una sola volta, per scontare la grande passione per la poesia e la bellezza terrena. Ma stavolta forse qualcosa va in una diversa direzione, non è la solita catalogazione delle sessanta più belle, Grace è qualcosa di più. Occorre seguirla, starle accanto e viver con lei quello che si può vivere. Anzi, Dante vuole metterla al corrente di chi è lui veramente, dell’amore provato per Beatrice. Sono incontri brillanti quelli che il sommo poeta farà con Grace, anche perchè cominciano alcune avventure, che portano il lettore in angoli e anfratti della vita insoliti e divertenti, come un viaggio su un vascello magico. E’ un libro dalla lettura piacevole, molto ben narrato e insolitamente non ingessato, visto la figura del protagonista, così colta e dotta, mirabile e con grande personalità. Dante percorre dunque in queste pagine un percorso favolistico, che comunque non manca di far vedere una città desrta, una società accorta, cupa. Ma l’Amore è comunque al centro di tutto, e si staglia, si incunea, va e viene e si lascia trasportare dagli eventi, mettendo sempre quel magico mistero alla base, quella sorveglianza di fronte alla bruttezza delle situazioni dalle quali tutti possono essere coinvolti. In un certo senso è un confronto tra poeti, lo scrittore Conte e il sommo Dante, e una visione sull’amore data e interpretata. Le pagine sono scritte dall’autore in modo classico, che racchiude in sè quasi automaticamente l’irrefrenabile istinto di lasciarsi prendere dagli accadimenti, qui più che mai brillanti e divertenti, con alla base uno stile appunto che richiama la grande scrittura. E un libro molto piacevole, che invita anche a riflettere sull’amore. Conte, nato nel 1945 a Imperia, ha pubblicato libri in versi come “L’ Oceano e il Ragazzo” e “Ferite e rifioriture” (Premio Viareggio), oggi raccolti nell’Oscar Poesie 1983- 2015, saggi e libri di viaggio tra cui Terre del mito. Ma anche dei romanzi come “Fedeli d’amore!, “Il terzo ufficiale” (Premio Hemingway), “La casa delle onde” (finalista al Premio Strega) e “L’ adultera” (Premio Manzoni). Tre anni fa, sempre per Giunti, esce inoltre “Sesso e apocalisse a Istanbul” e nel 2019 “I senza cuore”. Giuseppe Conte è anche traduttore di Shelley, Whitman e D.H. Lawrence, conferenziere su diversi temi che lo appassionano, come la difesa della natura e il confronto con il pensiero dell’Oriente e dei mistici dell’Islam. Insomma, un autore pieno di interessi, da approfondire.
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