CINEMA – “I fiori del male” di Clavizzato

Tre ritratti di donna e tre epoche: ecco la ricerca amorosa e la sensualità storica che arrivano su Prime Video

 

Il “viaggio” di Clavier Salizzato, regista di “I fiori del male” nella poetica e nel significato della grande opera del celebre scrittore inizia e termina in una villa antica, dimora prestigiosa, messa in tutto il suo splendore a nudo attarverso le riprese del film. Lo stesso vede tre figure femminili passate alla storia, in epoche diverse, e al centro c’è l’amore. Esibito, non celato, raccontato con lentezza e particolari che indugiano sull’opera lirica di Baudelaire, con una certa attenzione, la stessa che si nota nelle immagini, dotate di una bella e curata fotografia. Tre donne, si diceva, tre figure a loro modo carismatiche e dolenti, la cortigiana Veronica, Marguerite Gautier con appresso i fantasmi reali e vissuti, della “Signora delle Camelie”, da Dumas, e Garetha, overo Mata Hari. il regista Salizzato, già critico cinematografico, già regista (“I giorni dell’amore e dell’odio”) incalza le tre eroine e le mette in primissimo piano, alle quali dà voce e corpo Flora Vona, forse in alcuni casi un po’ troppo distaccata dalle stesse, ma di cui si apprezza la presenza, un magnetismo particolare. Siamo di fronte alla ricerca dell’amore, idealizzato, sofferto, che in questo lungometraggio di Salizzato si mostra difficoltoso, e si affida a testi recitati come fosse un dramma teatrale sul palcoscenico, con un’enfasi che talvolta fuorvia, molto meccanica. I testi danzano tra la profondità delle parole e le immagini rigorosamente drammatiche, anche ricercate, più volte direi, e a tratti di ottimo impatto. Certo qualche difficoltà rimane, se si volesse seguire un cammino preciso delle storie, e gli attori (oltre alla Vona, Antonello Friello, Rita Charbonnier, Cristiano Priori, Pasquale Greco,  Donatella Pandimiglio, e altri ancora) diventano dicitori del sentimento nobile e inseguito, messo a confronto con un altro sentimento più fisico, l’atto d’amare, che va a mischiarsi inevitabilmente con Tanathos. Il film è uscito su Prime Video lo scorso 4 febbraio, e si ispira come da titolo a quei “Fiori del male” di baudelairdiana memoria,  ed è prodotto da Christian Vitale e scritto dal regista con Patrizia Pastagnesi, si avvale della direzione della fotografia, come detto molto bella, di Matteo De Angelis, delle musiche di Marco Werba e del montaggio di Daniele Massa. L’intento rimane dunque buono, come l’idea di affrontare un simil capolavoro, quel che ne esce va sicuramente apprezzato per la buona fede e per un tentativo non probabilmente facile quando si affronta Baudelaire, o comunue temi così. Rimane in mente che se si fosse spinto un pochino di più sia nei personaggi che nell’osare maggiormente in certe scene forse si avrebbe avuto un risultato ancora più efficace. 

Francesco Bettin

sopra, la locandina del film, sotto un’immagine con la protagonista Flora Vona

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