CINEMA – “Hammamet”

Gli ultimi sei mesi del politico socialista in Tunisia interpretati da un grande Pierfrancesco Favino

 

Gianni Amelio ha avuto ragione quando ha voluto fortemente Pierfrancesco Favino nel ruolo di Bettino Craxi nel suo ultimo film, “Hammamet“. Sei mesi è stato disposto ad aspettarlo (l’attore romano era impegnato a girare il film “Il traditore” di Marco Bellocchio) e sei mesi sono anche gli ultimi della vita del leader socialista raccontati in questa pellicola. “Hammamet”, oltre ad essere il titolo del film, è la località tunisina dove Craxi si è ritirato dopo le vicissitudini giudiziarie che l’hanno coinvolto. Favino interpreta un personaggio ferito nel suo orgoglio che però non smette di combattere e gridare la sua innocenza. Nonostante fosse stato tradito dalla politica, la metteva ancora tra le sue priorità. Molto significativa nel film è la presenza della figlia Stefania (interpretata da Livia Rossi) molto vicina al padre e che chiude la pellicola. Desta molta curiosità anche la figura quasi arcana di Fausto Balzamo (interpretato da Luca Filippi), figlio di Vincenzo (interpretato da Giuseppe Cederna), braccio destro di Craxi che morì pochi giorni prima che iniziasse il processo nei suoi confronti. Fausto nel film segue come un’ombra il leader socialista, riprendendo con una cinepresa i suoi lunghi monologhi. Ad un certo punto del film scompare per poi riapparire nel finale quando è ospite in una struttura per malati psichiatrici. Il regista ha raccontato di essersi inventato questo personaggio per dare un po’ di drammaticità al film. Sempre Amelio, per sua stessa ammissione, ha dichiarato di non essere mai stato un craxiano e di non aver mai votato per lui. Il regista ha voluto semplicemente raccontare l’uomo prima ancora del politico, senza pregiudizi. A parte la prima scena del congresso del partito, non ce ne sono altre che riguardano la politica, come per esempio il celebre ultimo suo discorso al parlamento o il famoso lancio di monetine all’uscita dell’hotel Raphael. Curiosamente c’è un piccolo riferimento al caso Sigonella, mentre gioca in spiaggia con il nipote. Per la quasi tutta la durata, il film è ambientato in Tunisia, proprio nella villa dove ha vissuto e che la vedova Anna ha messo a disposizione. Ma tutta la famiglia ha dato un piccolo contributo alla realizzazione del film, compresi i figli Bobo e Stefania che dopo aver letto la sceneggiatura, hanno dato la loro versione di alcuni fatti. Al di là della trama e di qualsiasi altra cosa, il film ha fatto parlare di sé per la straordinaria recitazione di Pierfrancesco Favino, protagonista del film in tutti i sensi dove tutto ruota intorno alla sua figura. Una interpretazione al di sopra di tutto, al di sopra degli altri attori e se vogliamo anche al di sopra del film stesso. All’ incredibile somiglianza fisica, frutto di uno scrupoloso lavoro di make-up che quotidianamente durava 5 ore, si aggiunge l’incredibile somiglianza dell’espressione in viso, la camminata, il caratteristico gesticolare delle mani, ma soprattutto la voce. Favino per interpretare Craxi ne ha studiato in maniera approfondita la sua figura, curandone in maniera maniacale ogni minimo particolare. Egli ha dichiarato di essersi lasciato crescere appositamente le unghie delle mani per sentirsele più grandi proprio come quelle di Craxi. Inoltre, nel corso delle scene, ha sempre calzato delle scarpe con il tacco dato che nella realtà il leader socialista era alto ben 192 cm. Dopo l’altrettanta superlativa interpretazione del pentito Tommaso Buscetta, Favino si conferma tra i migliori attori trasformisti capaci di entrare in pieno nel personaggio. Se il politico più discusso della prima repubblica ancora oggi divide l’opinione pubblica, questo film ha il merito di mettere d’accordo tutti nel dire che nessuno meglio di Favino, poteva interpretarlo.

Diego Pasinato

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