CINEMA – “Anime borboniche” su Prime Video

Da Consorti e Morra la favola delle anime borboniche del figurante Vincenzo e della sua Lucia

 

Operazione curiosa  e originale, “Anime borboniche” uscito ieri, 14 gennaio, su Prime Video. Il film è una commedia firmata da Paolo Consorti e Guido Morra, che per l’occasione ambientano alla Reggia di Caserta e in un paio di paesi della Campania le avventure divertenti e sconsolate di un gruppo di figuranti delle rievocazioni storiche, le anime borboniche del titolo appunto. Una piccola grande favola, quella di Vincenzo e di sua moglie Lucia, entrambi figuranti per passione delle anime borboniche, in viaggio dalla campagna campana verso la Reggia di Caserta per partecipare a una performance intrattenitiva rivolta al pubblico. Già dalle prime immagini, la tecnica è piacevolmente ben assemblata, dalla meravigliosa fotografia di Gianni Mammolotti alla recitazione di tutti gli attori, tutti ben vestiti dei propri personaggi nei costumi molto belli realizzati dall’Istituto d’Arte di San Leucio, e la pellicola prende subito una direzione a metà tra il surreale e lo scorrere del tempo reale. Vincenzo (un Ernesto Maieux sempre in grande forma) si ritrova a dover raggiungere la meta a piedi, scaricato dalla moglie durante un litigio (Susy Del Giudice dà anche lei un’ottima prova). Da qui in avanti i due si perdono ognuno per conto proprio e alle prese con la coscienza, o meglio, il pensiero di vivere, il più concreto dell’esistenza. Ci si muove tra realtà e irrealtà  sapientemente dosate dai registi, e mentre i due in luoghi contrapposti (lei in auto e poi alla Reggia, lui girovagando per la campagna) sono alle prese col proprio io, la combriccola dei figuranti già arrivata alla Reggia casertana inganna il tempo, e i personaggi sono vari e disparati. In qualche modo diretti, nell’attesa della famosa performance, dalle bizzarrie del dottor Borriello, il segretario della dimora, Giovanni Esposito, esilarante come sempre, e dal direttore della struttura, Randall Paul che ha poco di simpatico, il gruppo si intrattiene come può, tra perdite di tempo varie e confusione. Del resto è indicativa anche la battuta che Borriello fa tra sè e sè, “Vogliono fare tutti gli artisti”. Nel frattempo tutti sembrano attendere un momento preciso,il rito che deve iniziare, ma tutti si perdono. Guenda Goria è delle dame la più in mostra, dimostrando sempre presenza e ottima scelta di tempi, ma in attesa di quello che deve succedere sono le avventure di Vincenzo a tener banco, tra incontri alquanto particolari, dove spicca decisamente quello con frate Giacinto, a cui dà voce e anima Giobbe Covatta, mirabile comico, in un duetto benissimo congegnato. A far concludere in bene (quasi) tutto, facendo risaltare l’amore sincero che torna, che vive, sarà un incontro speciale che il barbiere Vincenzo avrà nel percorso a piedi intrapreso. Tutti gli attori, va detto, e non solo i citati, comunque rispettano i personaggi e i loro ruoli e ne escono molto bene, ed è interessante ancora una volta vedere operazioni così, sperando possano avere il loro ritorno di gloria e visibilità. Il film è distribuito da 102 Distribution, prodotto da Opera Totale, con Paolo Coviello Vittorio Maione, con la produzione esecutiva di Cameraworks. La dolce musica, delicata come il film, è composta da Ferruccio Spinetti, e si mescola bene al lavoro diventandone parte determinante, unitamente alla bella canzone finale, “Il cammino” con la splendida voce di Alessandra Tumolillo e la batteria di Mimì Ciaramella che dà l’ultimo tocco d’eleganza. “Anime borboniche” risulta dunque una commedia leggera ma non del tutto, girata bene e con un fine propositivo che lascia sempre spazio e tempo alla speranza. Argomenti spesso lasciati anche in disparte dal cinema italiano, o trattati sommariamente se non male.

Francesco Bettin

sopra, Ernesto Maieux nei panni del cocchiere. Sotto, nell’ordine, Giovanni Esposito, Guenda Goria e Giobbe Covatta in altre immagini del film. Le foto sono di Massimo Maieux

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