CINEMA – “Bones at all”

di GIUSEPPE BONAN     Il film di Luca Guadagnino con Timothée Chalamet e Taylor Russel

 

Con “Bones at all”, presentato alla Mostra internazionale d arte cinematografica di Venezia, 2022, Luca Guadagnino (Leone d’argento alla regia) ci porta in America per mostrarci una storia di principalmente tre persone che si trovano a vivere ai margini, chi prima chi dopo. La protagonista, Maren (Taylor Russel, Premio Marcello Mastroianni), abbandonata dal padre e costretta ad arrangiarsi alla meglio decide dal detto al fatto di scoprire le sue origini intraprendendo un viaggio che la porterà a incontrare dei suoi simili, prima figure sinistre, almeno all’apparenza, ma verrà il momento per un giovane, Lee (Timothée Chalamet) che la accompagnerà lungo il percorso. Evitiamo di spoilerare, senza appunto spingersi oltre, per lasciare che lo spettatore si godi l incedere  della pellicola al momento della permanenza in sala. Come nelle migliori storie, nulla è affidato al caso, e ciò che appare, apparentemente esposto come un vezzo “innocuo”, rivelerà nel proseguo del cammino indicato da Guadagnino,  spaventosi e drammatici accadimenti. Non manca un’ ironia quasi celata, (ispirata dall’ eventuale disgusto dello spettatore), che nel caso dei due interessati  è assolutamente spontaneo provocare durante un dialogo il più naturale possibile, per loro. Una fotografia mozzafiato, immortala paesaggi spettacolari dal Minnesota all’ Ohio, pregni di significato, per Maren e Lee, soprattutto. Tali immagini riflettono la desolazione -in cui sembra di stare bene, pure immergendovisi- in cui sono inseriti i personaggi principali del film, loro, diversi, ai margini, (bisognosi di aiuto?) E sarà in altra occasione ai limiti dell’estremo che ci si renderà conto, nel chiedersi che cosa si fa per il diverso, che lo stesso si interroga sulla natura della propria diversità. Maren si sente sbagliata, soffre della propria condizione di “outkast”, lo esprime, è consapevole del fatto che si può andare incontro a dispiaceri, si fa degli scrupoli. Viene portata a riflettere proprio su questo, eterno dilemma tra bene e male, provocati per sé e agli altri. Ma gli altri siamo noi, sembra dire Lee. Se le cose stanno così,  è giusto assecondare, per sopravvivere, discolpandosi preventivamente delle eventuali conseguenze. Ma Maren, a un certo punto, non ci sta, non fa più per lei quella condizione di vita sperimentata suo malgrado. Ha cercato, ha trovato, ha cercato di capire, ma non ce l ha fatta del tutto. La sua ribellione sta nel tentativo di redimersi, provando a scavalcare la propria natura, a cui fino alla fine non terrà più fede. Cosa resta di noi stessi, alla fine, se non il ricordo dei momenti belli, tanto quanto meritino di essere ricordati, appunto? La crudezza di alcune scene potrebbe urtare gli stomaci deboli, ma l intento della pellicola, nell ‘estremizzare la condizione vissuta dai personaggi, sembra essere quella di far capire che per quanto la natura spinga l uomo a commettere atrocità,  a volte lo spirito di sopravvivenza lo porta a discolparsi, nutrendo comunque un senso di combattimento interno notevole e, ancora comunque, sentimenti nobili nonostante il comportamento deviato. Viene da pensare a “I segreti di Brokeback mountain” (Ang Lee, 2006),  ma anche a “La setta delle tenebre” (Sebastan Gutierrez, 2007), nella quale ci sono elementi ricorrenti, ma qui sono solo accennati. Un originalità di fondo c è tutta, romanticismo (come quasi non si vede ormai più da tempo) e orrore in un connubio altresì impossibile. La pellicola fa notare il pensiero che aleggia rispetto al diverso  nonché, e soprattutto, in quanto fondamentale, importante, il pensiero del diverso stesso, combattuto tra il giusto e lo sbagliato, dilemma che lo attanaglia e lo tormenta. Nota doverosa alla colonna sonora “da paura” firmata da Trent Reznor e Atticus Ross dei Nine Inch nails,  sapientemente inserita per rendere il senso d’angoscia, per non parlare del brano cantato dallo stesso Reznor, nella scena finale, che trasmette abbandono, rassegnazione, drammaticità, e che vale il prezzo del biglietto. Candidatura per il miglior interprete protagonista a Taylor Russell e Candidatura per il miglior interprete non protagonista a Mark Rylance.
Bones and All” (2022) diretto da Luca Guadagnino, con Taylor Russell (Maren) e Timothée Chalamet (Lee) come protagonisti. I paesi di produzione sono Italia, Stati Uniti, Regno Unito (durata 130 min) di genere drammatico, orrore, sentimentale, thriller, avventura. Il soggetto è ispirato al romanzo “Fino all’ osso” di Camille De Angelis. La sceneggiatura è di David Kajganich e i produttori sono Timothée Chalamet, Francesco Melzi d’Eril, Luca Guadagnino, David Kajganich, Lorenzo Mieli, Marco Morabito, Gabriele Moratti, Theresa Park, Peter Spears. La casa di produzione Metro-Goldwyn-Mayer, Frenesy Film Company, Memo Films, Per Capita Productions, 3 Marys Entertainment, The Apartment Pictures, Tenderstories, Ela Film, Immobiliare Manila, Serfis, Wise Pictures. Il film è distribuito in italiano da Vision Distribution.  La fotografia è di Arseni Khachaturan. Montaggio a cura di Marco Costa, e colonna sonora “da paura” di Trent Reznor e Atticus Ross.
Interpreti e personaggi principali : Taylor Russell: Maren Yearly/Timothée Chalamet: Lee/Mark Rylance: Sully
Michael Stuhlbarg: Jake/André Holland: Frank Yearly/Chloë Sevigny: Janelle Kerns/David Gordon Green: Brad
Jessica Harper: Barbara Kerns/Anna Cobb: Kayla

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