NOSTRA INTERVISTA – Benedicta Boccoli

Il nostro mestiere non è mai stato facile, figuriamoci ora. Ma è un modo di essere e di vivere”

 

La ricordiamo, giovanissima, in televisione accanto alla sorella Brigitta, un insieme di freschezza giovanile unita a entusiasmo e talento. Programmi importanti che si chiamavano “Pronto chi gioca?” (con Gianni Boncompagni, “Domenica in”, “Piacere Raiuno”, “Uno mattina”), di grande successo. Ma Benedicta Boccoli nel tempo ha saputo anche rinnovarsi, prendere la strada del teatro, passando per radio e cinema, con attualmente anche una rubrica fissa sul “Fatto Quotidiano”. L’abbiamo cercata in un momento particolare come questo, invitandola a raccontarci il suo cammino. Hai cominciato giovanissima, oggi come vedi la situazione? E cosa consiglieresti a una giovanissima che pensasse di iniziare questo lavoro? Iniziare oggi questo mestiere è molto difficile, è dura, lo era già ai miei tempi. Un consiglio non posso darlo, non mi permetterei mai. Se hai veramente il desiderio di fare questo mestiere lo fai, perchè è un modo di essere, sentire, vivere. Non sei una persona comune perchè la scelta non è comune. Rispetto a prima si ha una grande possibilità che è la rete, quindi ai giovani consiglio di andare in quella direzione per farsi conoscere. Mentre per la qualità del lavoro fatto, vedo che a tratti manca. Credo che lo studio stia alla base di questo mestiere. Se non hai quello, duri pochissimo, vai di moda un po’ di tempo e poi sparisci. Ti usano e ti gettano via. In che modo e quando ti sei appassionata al mondo dello spettacolo? Ho avuto una nonna ballerina, solista di tip tap negli anni Trenta, quindi una personalità molto forte in casa, che mi ha comunicato l’amore per la danza e per il mondo dello spettacolo. Avevo dentro qualcosa, a sette anni ballavo, cantavo e recitavo sui tavoli di casa. Prendevo tutti i foulard di mia madre, li annodavo e creavo dei costumi da soubrette. Teatro, televisione, ora tanta radio e una rubrica sul “Fatto Quotidiano”. Sei tu curiosa o un artista deve essere in grado di fare tutto? A volte fai delle scelte particolari perché  la vita ti consente di fare degli incontri. Io ho sviluppato la mia carriera principalmente in teatro, perché ho frequentato i teatranti. Oggi sto cercando amici nel cinema, conosci qualcuno? Scherzo. Fra poco uscirà un mio cortometraggio scritto e diretto da me, s’intitola “ La confessione”. Non recito, dirigo. Ho avuto l’onore di avere tra i più grandi direttori della fotografia che abbiamo in Italia, Daniele Ciprì, e l’onore di un grandissimo musicista come Sergio Cammariere. La persona più importante che hai incontrato professionalmente? Ce ne sono state tante, sicuramente una è Gianni Boncompagni, che mi ha permesso di essere conosciuta, di avere popolarità. E’ stato il primo a comunicarmi ironia, una cosa che ho sempre avuto, ma poi frequentarla e praticarla viene col tempo, con la maturità. Per anni mi sono dedicata all’ironia, alla comicità, sebbene io non abbia mai avuto un aspetto da comica. In teatro ho recitato moltissimi ruoli brillanti, sono stata insieme tanti anni con un attore comico, Maurizio Micheli, con il quale ho condiviso questa grande passione. Se ti prende il morbo della risata non ne puoi più fare a meno! E poi Giorgio Albertazzi, che è stato anche lui un uomo importante. Forse sono queste le tre fasi più significative della mia vita. Maurizio Micheli è certamente il primo, quello con cui ho condiviso la mia vita tanti anni, abbiamo combattuto e fatto delle scelte insieme. Con Micheli c’è un lungo sodalizio, importante. Si’, con Maurizio è stata una lunga intesa artistica, ci siamo frequentati tanti anni e abbiamo sempre visto il mondo con gli stessi occhi. Fare spettacolo oggi, com’è? Gli attori sono tutelati in Italia? Le difficoltà sono molte, e con questo problema del Coronavirus sono saltati tutti gli spettacoli teatrali. E’ un momento tragico per tutti noi, non so come ripartiremo. I miei spettacoli sono stati rimandati a febbraio prossimo, alcune date sono saltate. Speriamo che questa cosa finisca presto, e che il teatro diventi un luogo alternativo dove riunirsi. Il luogo più antico del mondo potrebbe diventare il luogo più moderno. Chi è Benedicta, che persona sei? Non ne ho proprio idea, sicuramente sono una persona abbastanza fedele al proprio essere, al proprio carattere. Sono nata borghese, avrei potuto fidanzarmi e poi sposarmi con un notaio ricco, con un bel Suv, da mettere in doppia fila tutti i giorni davanti a un parrucchiere, e avere tanti bambini biondi! Invece ho fatto una scelta che somiglia proprio alla mia natura. Non mi sono sposata, non ho fatto figli, ho fatto il mestiere che volevo e credo di essere stata felice. Si. Sono molto contenta delle mie scelte. Grazie Benedicta,  buon cammino allora.  

Francesco Bettin

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