POESIA – Sara Bini e “Ultrafania”

di GIANNI MARIA TESSARI     La poesia a più tempi , il relativo e l’assoluto

 

Già nel titolo del libro, che raccoglie alcune poesie di Sara Bini scritte da quando aveva 15 anni fino al raggiungimento dei 35 anni, si può afferrare una “chiave” di lettura dell’insieme delle poesie pubblicate: “ULTRAFANIA”. L’epifania è una manifestazione del divino che si rende “forma visibile” pur mantenendo tra lui e noi una “separazione”: non si può comprendere se non con la fede. Questa divina epifania si affianca all’epifania che, più comunemente, si intende come una apparizione, una manifestazione improvvisa, anche illuminante un significato interiore profondo. L’ultrafania trascende l’esperienza epifanica percepita “normalmente”, si avvicina alle modalità di pensiero, ai concetti, che ancora la nostra mente non ha svelato: con lei si può toccare il paranormale. È una epifania che sorprende l’infinito e nell’infinito tutti i nostri solidi “metricamente relativi”, tutti i nostri consapevoli pensieri, possono annullarsi, disperdersi o dilatarsi a dismisura. Così l’idea di dio o di amore o della musica o della vita stessa senza limiti temporali. Scrive Giovanni Agnoloni nella prefazione al libro: “La poesia di Sara Bini, che non a caso è anche musicista […] viaggia precisamente su queste frequenze. Anzi, sembra raccogliere in sé un lontano sedimento, proveniente da epoche ancestrali  […]”. Sara Bini sembra mettere alla prova la nostra capacità di relazionarsi con una dilatazione del vissuto sempre più ampia che ci rivela una potenziale “realtà” metafisica esprimendo, nell’osservare, forse allo specchio, anche se stessa. Se stessa come femmina e donna che si manifesta anche con la musica. Una musica nel senso più “concreto”, quello delle partiture per strumenti e voce, e nel senso più ampio: il suono dell’universo. Similmente si sviluppa la sua poesia, che pare composta da una nota infinita o da infinite note o da melodie temporalmente “terrene”. Una connessione con l’infinito in cui trovano posto molte “forme” eidetiche della sua e delle nostre menti, comunque sempre accanto all’immanenza del quotidiano. Relativo e assoluto, nelle sue poesie, spesso convergono nella contraddizione, emettendo una ironia feconda: “Ho divorziato dal mondo […] Alzati / e lotta / Gridano / Alzati / e lotta / Posso dire la mia opinione? / Che mattinata!”. Ironia, vita, morte, dio, amore, solitudine, musica e antichi miti si incontrano nei versi di Sara Bini. Nella poesia “Il salice”, ad esempio: “Il salice è verde / i suoi rami frondosi. / La Figlia del Tuono / ha molti amici su cui contare. // Il salice è morto / al posto suo sta un ciliegio. / La Figlia del Tuono aspetta / come una luce nella nebbia.” Il salice anticamente rappresentava una connessione con l’Aldilà e fu culla di Zeus che possedeva fulmini e tuoni. Gesù chiamò Giacomo e Giovanni “Figli del Tuono”, per il loro entusiasmo ai limiti del fanatismo. “Boanerghesla figlia del tuono” è il titolo di un album registrato in studio dalla rapper italiana Marya. Ma il salice muore e il ciliegio, che per i giapponesi è sede di alcune divinità di montagna migranti verso le risaie, prende il suo posto. Il salice, nel sentire comune, può essere “piangente”: lo pensiamo in empatia con i nostri affanni. In un contesto così attualmente reale e antico nello stesso tempo, la poetessa pare perdersi o ci vuole fare perdere: “Il sole se n’è andato / I sogni fiorirono e appassirono […] Tu dalla Montagna Fredda / Trovasti la Tana del Serpente / Vuota è la tua lanterna / chiudete tutte le porte / Questo è il nostro abisso, il nostro abisso / il nostro abisso // E sulla sponda del Lago Verde / m’invento il tuo sorriso”. Ci si perde sì, ma dentro un sorriso! Anche in questi versi, quanti simboli sono presenti: il serpente simbolo del tempo quando si morde la coda e fautore della nascita dell’uomo così come è dopo averlo irretito con il frutto proibito; la caverna, dove le “ombre” ci appaiono e le percepiamo come unica “verità” e la lanterna senza luce, che non può illuminare il percorso. Allora tanto vale chiudere porte e occhi! Ma ecco il “sorriso”, che sia reale o inventato, forse, poco importa se ci lasciamo sedurre e ne siamo felici. Un’altra poesia, un altro titolo: “Poiché io spero di non tornare”, ecco alcuni versi lì contenuti: “Lui parla ed è ancora / come un disco rotto. / Metastasi del sentire. / La testa vuol capire – cosa? […] Lei danza e di botto / sorride, / e s’incanta / oltre il disco / rotto. Positivo e negativo si miscelano in pensieri spezzati. Una lacerazione dell’anima, della psiche di Sara Bini? Mi pare che i suoi versi siano in continuo dialogo tra e con se stessa e l’altro, o gli altri; un dialogo che con maestria confonde e miscela la natura “esterna” al nostro corpo con la natura del nostro corpo: “Gocce come lacrime rigano il vento […]”, le lacrime tracciano segni come la pioggia nel vento della nostra interiorità che è impossibile da trattenere, da ingabbiare, in un contesto che sia, per una sola nostra decisione, sempre consono e piacevole. Molti altri concetti ed emozioni si possono trovare nelle poesie di Sara Bini; non tutti facilmente “leggibili”, occorre uno sforzo percettivo, occorre non avere paura delle nostre ombre, per trovare l’equivalente sensibile nel profondo di noi stessi. E potrebbe non essere nè facile nè possibile: “[…] E io / chi sa / se mai / mi sovverrò / di me […]”. Una fede pare avvolgere la poetessa, ma fatico a comprendere quanto le sia di conforto, ecco alcuni versi tratti da “Countrychurch”: “E dentro la Chiesa di Campagna / davanti all’altare con la Croce / porto il mio spirito esiliato // Angelo di pietra / piangi / lacrime di pietra / Io sono l’Albatros / Tempio Devastato / Padre perdonami / perché non ho / Vissuto […]”. Sara Bini, oltre a scrivere poesie, ha scritto saggi tra i quali cito: “I figli di Lilith. Un tributo a Isolde Kurz e al Divino in ogni donna”, pubblicato nel 2019 con la casa editrice Lilit Books e nel 2022 “Suono, Scrivo, Creo e Canto”, dedicato alla creatività e al songwriting. Si dedica anche al suo omonimo canale YouTube. La raccolta di poesie “ULTRAFANIA” è stato edito nel 2022 da DELTA 3 Edizioni con la prefazione di Giovanni Agnoloni.

Per informazioni, visitare il suo blog www.sarabini.blogspot.com e il suo canale YouTube https://www.youtube.com/channel/UCu_IIlbG8A5QyT6G0NS0Etw

in alto – un ritratto di Sara Bini       in basso – la copertina del libro

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