POESIA – Mirko Cremasco, una sola poesia

di GIANNI MARIA TESSARI     Una poesia di vetro liquido

 

Una breve riflessione che si riflette sulla intensa e bellissima poesia di Mirko Cremasco: Un doppio di me ( dall’occhio della strega )”. Scrivere su una sola poesia potrebbe apparire come uno scarno singulto dell’anima. Ora la mia anima! La mia lettura, questa lettura dei versi della poesia di Mirko, mi ha provocato un annichilimento profondo dell’Io, e, suppongo, anche dello “spirito” che lo circonda. Qualcuno, Mirko Cremasco, il poeta, ha riconosciuto la mia anarchia, forse simile alla sua. L’ha denunciata nel modo più feroce e pesante, e al contempo mi ha liberato dal peso di mantenere una menzogna (non solo con me stesso): questa poesia mi ha reso leggero. Il poeta urla sottovoce “anarchia”! Anzi, la scrive per non renderla più forte dentro un suono che si propaga nel vuoto privo di resistenza. Quell’anarchia che nel tempo si è dimostrata fumosa; è, è stata, una mia, credo anche di Cremasco, esigenza interiore dovuta all’incapacità di essere, di divenire completamente “reale”. È attraverso questa consapevolezza che gli “umori” dell’altra, o dell’altro poco importa, l’amore, si perdono umidi, si diluiscono in un’acqua che si può solo momentaneamente contenere, e come una “strega” si trasforma: prima o poi diventa mare, fiume, pioggia, nebbia, umidità diffusa. E noi che volevamo possederla ne siamo posseduti, senza quell’umidità saremmo solo polvere. Come Alice, come Mirko, mi osservo nello specchio formato dalle parole della poesia, ma non ho il coraggio di varcarne la soglia, nell’incertezza di averlo già fatto in un tempo immemore. Mi avvolge la stessa incertezza dell’amore quello vasto e narcisistico, senza il conforto della follia. Ecco il mio “doppio” che su infiniti specchi si estende come un “vagabondo” dell’anima, solo, nella confusione di gioia e dolore, a volte impossibile da sopportare. Senza mai potermi e poterti raggiungere, così che non posso fermarmi e non ti posso fermare, chiunque tu sia: me stesso, la madre, il padre, l’amore o il poeta. E mi osservo già immobile. Queste mie parole riflettono e si riflettono sulla intensa e bellissima poesia di Mirko Cremasco.

Per ulteriori informazioni sul lavoro di Mirko Cremasco vedi il precedente articolo pubblicato su questa rivista nella sezione poesia.

in alto – Dissolvimento acquoso del poeta Mirko Cremasco

 

Un doppio di me (dall’occhio della strega)

Ho riconosciuto la tua (finta) anarchia  //  che poi è la mia  //  Solo sentita, sentita bene, non vissuta.  //  E ho avvertito i tuoi umori  //  grigi in sottofondo  //  sempre carichi di pioggia.  //  Sono i miei.

Ho smascherato i tuoi sorrisi  //  un po’ forzati, infantili  // come me.

Ho amato le tue incertezze  //  le tue ombre, le tue parole mai dette  //  e ho visto i tuoi sogni insonni  //  dall’occhio della strega  //  le nuvole pesanti sul cranio  // che ti devastano i giorni.  //  Così per me.

Sei vagabondo, zingaro  //  un nomade come me  //  non potevo fermarti, dovevi andare  //  che nulla ti avrebbe ingabbiato.  //  E io, io non potevo avere  //  sul carro un doppio di me  //  troppo pesanti carico e dolore.

Così ho spento lo specchio  //  e mi hai ringraziato  // con un balzo d’airone

 

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