di SAVERIO VIGANO’ “Tutta una vita con Peppino”, una storia famigliare completa e dettagliata. Da Libreria pienogiorno editore
Proprio così lo ha definito, Giovanni Impastato, il suo ultimo libro “Mio fratello – Tutta una vita con Peppino” (Libreria pienogiorno editore), una storia di famiglia che più di così non si può raccontare. “Credo di aver detto tutto quello che posso sulla mia famiglia” è il suo preciso commento durante una presentazione del libro, una direzione stavolta che non va solo su Peppino Impastato e la sua di storia, quella dell’uomo che ha voluto contrastare la mafia, denunciarla, in un contesto piccolo, difficile, com’era il suo paese, Cinisi, in provincia di Palermo, in anni altrettanto complicati dal punto di vista sociale e politico. Un resoconto intimo, privato, raccontato fin dall’infanzia con gli occhi di un bambino, prima, e di un giovane poi, atto ad ampliare l’esistenza di un fratello (e della propria famiglia). La storia di Peppino Impastato altri non è che la storia della sua famiglia, infatti. vista attraverso gli occhi del bimbo Giovanni, fratello minore di Peppino, che qui racconta episodi di vita famigliare, aneddoti, pensieri, “il romanzo della vita“, appunto. Il libro è diviso in tre parti, nella prima i racconti si fanno vivi, materiali di un’infanzia e di una giovinezza vissute appieno, credendo in certi ideali e analizzando molto del rapporto con i familiari, con lo zio Cesare in particolar modo. E il rapporto stretto con la mamma Felicia, la gioventù passata in casa, la scelta iniziale della politica, gli accadimenti nella propria terra d’origine. E’ un Peppino, quello che ne esce, che elabora pian piano il suo credo politico, l’avversione alla mafia, ma vien fuori anche il contorno che è quello di quegli anni in quel territorio, ma anche dei rapporti stretti dei componenti della famiglia Impastato. La seconda parte, ben cospicua, si conclude dopo tante pagine con il ricordo della morte di Peppino, secco, stringato ma fortemente palesato. E prima ancora, nelle pagine precedenti, della coscienza politica cresciuta in lui e ben sviluppata, resa nota in tutte quelle righe, un impegno crescente e coerente, anche spavaldo, che lo ha portato alla morte e ai suoi sotterfugi, incastri, camuffamenti. Partendo da Radio Aut a Terrasini, ma anche da prima, dal costante cammino di Peppino giorno dopo giorno effettuato con convinzione. Mentre la terza parte del volume, denominata Peppino vive, è basata in poche pagine ma pregne di ricordi e di affetto, sull’emotività che Peppino ha lasciato in Giovanni, sulla gioventù perduta per gli ideali, sull’impegno profuso. Un monito che Giovanni fa suo con l’invito di agire nella legalità, sostenendo l’informazione e anche la controinformazione, se va contro l’ingiustizia e la falsità, che possono viaggiare anche assieme se direzionate nel bene di tutti, nella non sopraffazione. Raccontando di tutti gli incontri che oggi Giovanni Impastato fa con le associazioni, le scuole, nelle librerie con i cittadini, le persone che si interessano e si incuriosiscono, i più giovani, alla storia di Peppino. Dicendo a tutti che “si può vivere come Peppino”, ponendosi delle domande sull’illegalità e l’ingiustizia, E parlando a tutti di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, l’abitazione della famiglia, oggi associazione e casa-museo visitatissima da chi quella storia non vuole dimenticarla, da chi la vuole approfondire nel nome di Peppino, di Felicia. Giovanni Impastato è un testimone del suo tempo, certo, ma anche e soprattutto di quel tempo, anni difficili, contesti complicati dove cercare di esser liberi era una sfida, un cunto da narrare perchè vita vera, vissuta. Dove il coraggio della memoria è oggi fondamentale, un dono di libertà come dice l’autore, per chi ha da venire. A inizio libro, due aforismi significativi di Antonio Gramsci e Papa Francesco, istruzione o organizzazione, e cuore e speranza.