LIBRI – “L’atto di vedere” di Wim Wenders

di FRANCESCO BETTIN     Lo sguardo del director movie tedesco racconta il cinema come mai. Da Meltemi Editore un libro sulla settima arte rigoroso e appassionato

 

Imperdibile per chi ama il regista tedesco Wim Wenders, questo libro edito da Meltemi nella collana Biblioteca Estetica e culture visuali, scritto dallo stesso regista, “L’atto di vedere” è un bello e completo involucro di se stesso, delle sue opere, della sua visione cinematografica vista attraverso interviste, interventi, precisazioni atte a spiegare. in un certo qual senso. Film, idee, pensieri wendersiani prendono forma e si concretizzano di fronte a chi intervista, di volta in volta ed il regista in prima persona si narra, si racconta, svela di sè e dei suoi lavori. Diviso in più parti, “L’atto di vedere” parte dal fulcro del grande regista, dalla sua estrema e bellissima cinematografia, esempio di grande cinema in tutta la sua storia, nel mondo. Considerazioni fatte sull’ “atto trasformativo”, su “Fino alla fine del mondo”, visionaria pellicola, e sul suo primo trattamento, sul “viaggiare nel tempo”, altra importante, determinante visione pittorica/cinematografica di Wenders, tra realtà e sogno onirico. Evoluzione personale, formazione, realizzazione di film-capolavoro, questo libro apre tutte le carte della filmografia wendersiana soprattutto nell’addentrarsi delle interviste che del movie director tedesco raccontano moltissimo. Questo anche se alcune portano qualche anno di età, e che proprio in quello specifico caso ci parlano di un Wenders nel pieno della sua stagione professionale, incredibilmente geniale, lungimirante, straordinario. Wenders e i suoi capitoli wendersiani, il cinema tedesco, quello europeo  – fortemente portoghese, la stagione americana. Con la predilezione, forse, per il primo, sempre alla ricerca di una propria costanza coerente. Perseguendo quel cinema che lui ha sempre ritenuto “forte”, cercando di penetrare con mille visioni, rigorose, meravigliose nel suo continente, che gli permetteva uno sguardo poetico, illuminante, l’Europa. Per non parlare della visione strettamente sul cinema, sul mestiere dell’atto visivo, ecco il titolo, quindi. Con citazioni da vero e proprio maestro, da fine direttore cinematografico, come “Come le parole possono uccidere, credo cha anche le immagini, e non certo da oggi, possano farlo”, oppure “C’è molto mestiere nel cinema”, assicurando il fatto che l’artigianato è sempre stato uno degli elementi fondamentali per “entrare” nelle dinamiche e nel lavoro, preciso, di chi lo fa, e bene. Insomma un vero vademecum che attraverso le dichiarazioni del regista apre un mondo anche a chi non si è mai , magari, avvicinato troppo a Wenders, che qui lo può tranquillamente scoprire, notare. I segreti del fare cinema, gli incontri, gli appunti meticolosi e l’anima da metterci :Wenders spiega tutte queste cose, le illustra con il suo linguaggio deciso e preciso, rigoroso. Un libro sul cinema, sul grande cinema anzi. Una specie di manuale raffinato, di levatura, da non farsi mancare soprattutto se si è veri, puri amanti di quest’arte. Considerandolo a partire dalla bellissima, omaggiante fotografia in copertina, che raffigura tutta la sua visione, il suo serafico sguardo.

 

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