OPERETTA – “La vedova allegra” a Treviso

L’8 e il 10 aprile (ore 20 e ore 16) due repliche del capolavoro di  Franz Lehar. Regia, scene, costumi, luci e coreografia di Paolo Giani Cei, coproduzione Comune di Treviso, Teatro Mario Del Monaco e Comune di Padova

 

sopra, un’immagine dello spettacolo – foto di Michele Crosera          E’ il capolavoro di Franz Lehar, “La vedova allegra”, operetta di grande richiamo e di grande successo su libretto di Victor Léon, che debutta venerdì 8 aprile alle 20 (con replica domenica 10 alle 16)  sul palcoscenico del Teatro Del Monaco, di Treviso, con l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta diretta dal Maestro Francesco Rosa, e la regia di Paolo Giani Cei. Il regista è anche curatore di scene, costumi, luci e coreografia dello spettacolo. Un lavoro maestoso, preparato con cura e attenzione, che vede protagonisti i cantanti Anastasia Bartoli, nei panni della protagonista Hanna Glavary, Nicolò Ceriani, (il Barone Mirko Zeta), Alessandro Safina (Conte Danilo), Rosalia Cid, (Valencienne) e Marco Ciaponi (Camille de Rossillon). Una doppia serata, due repliche per questo capolavoro del genere, rappresentato per la prima volta a Vienna, al Theater an der Wien nel 1905. Dopo il successo della trasmissione in streaming dello scorso anno sulla piattaforma Backstage, “La vedova allegra”, una co-produzione del Comune di Treviso-Teatro Mario Del Monaco e del Comune di Padova, viene ora finalmente riproposta col pubblico in presenza. Un allestimento maestoso, si diceva, che vede un nutritissimo cast, che oltre ai citati annovera tra i partecipanti altri ottimi professionisti come Askar Lashkin (Visconte Cascada), Stefano Consolini (Raoul de St. Brioche), Federico Cavarzan (Bogdanowitch), Silvia Celadin (Sylviane), Dario Giorgelé (Kromow), Giovanna Donadini (Olga), Antonio Feltracco (Pritschitsch), Alice Marini (Praškowia), Max René Cosotti (Njegus) e Daniela Mazzuccato (La Diva Italiana). L’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, e il Coro Lirico Veneto saranno diretti dal Maestro Francesco Rosa. Saranno in scena anche i danzatori della compagnia Padova Danza Project. Ambientato a Parigi nel pieno della Belle Époque, i protagonisti sono nobili e alti funzionari dell’ambasciata dello Stato immaginario di Pontevedro, nell’Europa centrale, uno stato che si trova sull’orlo della bancarotta. L’operetta, genere leggero e con i sentimenti sempre al centro delle trame, vien qui rappresentata nel suo pieno splendore, con le tipiche caratteristiche che vanno dal soggetto sentimentale, all’ambientazione falso-storica, le danze, il matrimonio, l’infedeltà, il denaro, la politica e l’eccentrica mondanità aristocratica, fatua e donnaiola. All’inizio vediamo i preparativi del ballo commissionato dall’ambasciatore, il Barone Mirko Zeta, per il compleanno del Principe Pontevedrino. Tutti aspettano l’arrivo di Hanna Glawary, affascinante vedova di un ricchissimo banchiere, che il regno, in pesante crisi finanziaria, non può lasciarsi sfuggire vista la sua ingente eredità, e sarebbe un bel guaio se la donna sposasse uno straniero. Si pensa dunque a un papabile pretendente, che però non ama vengano fatti progetti matrimoniali a suo danno, preferendo di gran lunga spassarsela da Chéz Maxim’s, il noto locale della capitale. La protagonista femminile, la vedova allegra del titolo appunto, Hanna, nel secondo atto lo fa ingelosire mettendo in scena un finto fidanzamento fino a giungere, nel terzo atto, al “tutto è bene quel che finisce bene”, con le ricchezze del regno salvate. Nelle note di regia Paolo Giani Cei così dichiara: “Il gioco dell’operetta è non prendersi mai sul serio. In un mondo sempre più virtuale e sempre più privo di ironia, giacché il filtro della distanza sopprime le espressioni umane, riscoprire l’immediatezza e il brio dell’opera leggera è di sicuro un’occasione unica. Ma per approfittare a pieno di questi titoli, bisogna capirne profondamente lo stile: spesso si declassa questa forma ad un genere di serie B, senza collegarla direttamente ad antenati nobili quali l’opera buffa e il Singspiel tedesco. Rispetto al teatro comico, l’operetta ha tuttavia una marcia in più. Questa messa in scena vuole dimostrare la bellezza e lo charme dell’elegante vacuità della frivolezza, senza rinunciare a mostrare la profondità di un mondo delicato e complesso. Un viaggio un po’ sognato e un po’ rimpianto, al limite fra il malinconico e il grottesco, fra il surreale e il quotidiano. Tra il ridicolo e il sublime non v’è che un passo, si dice: “La vedova allegra” ne è l’esempio vivente”. Info, www.teatrostabileveneto.it .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La vedova allegra Operetta in tre atti – Teatro Stabile del Veneto (teatrostabileveneto.it)

 

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