LIBRI – “La maledizione del nome”

Elena Torre e l’esoterico conflitto tra due sette in una Roma oscura e carica di misterioso fascino. Da Castelvecchi Editore un romanzo giallo pieno di misteriosa seduzione

 

E’ in libreria, edito da Castelvecchi Editore, il nuovo libro della giornalista e scrittrice Elena Torre, “La maledizione del nome”, un romanzo avvincente che appassiona e coinvolge fin dalle prime righe. Un libro che come la stessa autrice conferma si è fatto attendere causa lo stop pandemico (che ha rivoluzionato , quantomeno contaminato il mercato editoriale e le sue uscite, in quel periodo preciso), anche a causa, ad esempio, dello stop dei corrieri che non potevano più consegnare, come si ricorderà. Il romanzo della Torre ha subìto anche un cambio di rotta editoriale, venutasi a creare con l’editore che doveva precedentemente pubblicarlo. La storia, come abbiamo detto, avvicente e misteriosa, a suo modo, è ambientata a Roma e a Viareggio (città natale dell’autrice), dove i protagonisti si trovano nel pieno di accadimenti tutti da scoprire. All’insegna anche di una certa continuità, per qualche verso, perchè nel romanzo gli affezionati lettori di Elena Torre trovano anche alcuni personaggi già conosciuti nei precedenti libri della scrittrice, come la briosa antropologa Michelle Valmont e il commissario Vincenzo Biagini, professionista scontroso e attento, anche se a tener banco tra le pagine godibilissime del romanzo è la vicenda stessa, e il ritmo datole dall’autrice, fino all’epilogo finale che stupirà i lettori. Come detto sopra, Roma è l’ambientazione, una capitale cupa e misteriosa, dove tutto si muove attorno all’enigmatica Porta Alchemica, o Ermetica, di Piazza Vittorio Emanuele (richiamante anche Viareggio, come detto…). In quel luogo viene ritrovato appeso per i piedi, a una fune, un uomo incosciente che fa partire una storia appassionata dove due sette rivali si confrontano dandosi battaglia sino alla fine. La scrittura di Elena Torre è interessante anche per i diversi sistemi di lettura che offre al lettore, ovvero sia l’invito a lasciarsi prendere dalle vicende narrate, che il godersi pagina per pagina una lettura ponderata e di relax, cercando con calma indizi e sfumature che magari possono sfuggire a una prima lettura.  Anche se è difficile, perchè spunti, riflessioni, qui non possono mancare da parte di chi legge, sono continui indizi e rivelazioni, come, per fare un esempio, l’approfondimento sulle carte dei tarocchi, che incuriosiscono. Questione di saper scrivere, e di raccontare, direbbe qualcuno. L’ambientazione del giallo è forte di un certo fascino dove il mistero aleggia, sapientemente “costruito” da Elena Torre, che da anni cattura attenzione da parte di lettori di diverse formazioni e diversi gusti, dove anche il teatro, tra gli altri generi, (saggi, libri per bambini) trova un ottimo spazio. Un’autrice tutta da scoprire come il suo romanzo, dunque, che come caratteristica evidente ha la voglia di generare paradigmi linguistici, avvincenti, una specie di fresco modo di narrare, complice consapevole con chi leggerà in seguito. L’esoterismo è molto presente in queste pagine, che avvolgono come un mantello,  che inducono a scavare nei sotterfugi linguistici usati dalla Torre, dove alcuni personaggi escono prepotentemente alla ribalta, seducendo il lettore. Insomma, un libro sicuramente molto conturbante che consigliamo.

LUISA ALISE

sopra, la copertina del libro, qui sotto una foto dell’autrice, la giornalista Elena Torre

 

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